“La taurokathápsia di Europa” (ταυροκαθάψια)
Opera in bronzo.
Tecnica, fusione a cera persa.
Patinatura a freddo con acidi.
L’opera raffigura il rapimento di Europa, principessa fenicia, da parte di Zeus- toro.
Il dio spicca come sospeso, con le corna lucenti e senza zampe, posto su di un’asta di acciaio inserita in un basamento marmoreo. In groppa tiene la giovane nuda.
Il materiale e la tecnica scelti sono invariati da millenni e permettono un ponte concettuale attraverso il tempo, con l’era arcaica dei grandi regni dell’età del bronzo. La vicenda è narrata nella mitologia greca.
Il mito racchiude in sé profonde riflessioni su tematiche fondamentali per noi: il destino e la forza dell’Europa, rapporto Oriente-Occidente, il ruolo della donna, la supremazia della forza brutale, l’uomo e la natura, le migrazioni intramediterranee e infine troviamo simbolicamente descritta quella intrinseca capacità umana di saper creare valore da eventi drammatici.
Infatti Zeus violò la giovane sulle spiagge dell’isola di Creta, ma dalla tragedia della violenza carnale nacque come frutto, Minosse, il grande e potente re giusto della civiltà minoica.
Il titolo dell’opera contiene la parola taurokathàpsia (ταυροκαθάψια), termine greco per indicare il pericoloso gioco rituale acrobatico anticamente utilizzato sull’isola di Creta. Gioco per il quale dei giovani dovevano volteggiare sopra il dorso di un toro afferrandolo per le corna. Tutt’oggi gli affreschi del palazzo di Cnosso testimoniano tale usanza. Particolare muso del toro.
Anno 2022